mercoledì 15 giugno 2016

Bucci Verdicchio Castello di Jesi, la mia recensione


Vengo a conoscenza di questa cantina leggendo varie recensioni su alcuni libri ed altri blog, che ne esaltano i prodotti, soprattutto per la facilità di invecchiamento che il loro Verdicchio mantiene. Così mi riprometto di assaggiarlo appena ne avrò l’occasione.

Saltata una gita ONAV nelle Marche a cui non posso partecipare per altri impegni con rammarico (mica tanto ero a Malaga ad un addio al celibato sobrio ed elegante…) la prima occasione che mi capita è nel padiglione Expo del Vino. Dopo attenta valutazione decido di giocarmi uno dei miei tre assaggi a disposizione con Bucci, e devo dire che il vino mi aveva fatto una buona impressione, anche se non mi sembrava all’altezza delle lodi sperticate che avevo letto.

La seconda occasione invece è alla Fiera dei Vignaioli Indipendenti di Piacenza, dove l’azienda è presente. Arriviamo io e il mio amico Nonno (è il suo soprannome da anni, a Sondrio lo abbiamo tutti) al loro banchetto, assicurando al mio compare di fiera che il loro bianco ci piacerà e ne acquisteremo senz’altro qualche bottiglia. Ed invece…. Sarà stato l’orario, sarà stata la stanchezza della persona presente (non ricordo bene era forse il figlio del titolare) ma già alle prime chiacchere abbiamo avuto l’impressione che non c’era voglia di approfondire e parlare, quindi abbiamo degustato forse l’ultimo base in commercio e poi ce ne siamo andati, senza chiedere di proseguire gli assaggi. Anche solo per come eravamo stati trattati il vino non ci aveva fatto una grande impressione, così abbiamo levato le tende che tanto di ben di dio ce n’era a bizzeffe nei paraggi.

Non c’è due senza tre, così dopo l’ultima sciata dell’anno a Livigno come sempre mi fermo all’Enoteca di Bice Passera per fare acquisti vinicoli approfittando dei prezzi più bassi della zona franca. Ed ecco che mi arriva sottomano la bottiglia, e così mi decido a comprarla per dargli l’ultima possibilità.

E poi ieri sera, cena a casa con Monica ed eccoci qua a stapparla e degustarla finalmente come si deve. Per l’occasione con un piatto siciliano fatto per la prima volta dal sottoscritto, paccheri con ricotta e menta accompagnati da sbriciolata di pistacchi.

La mia recensione VIVINO è stata questa:
Il naso si presenta elegante ed intenso. Sentori davvero puliti e che con il tempo diventano sempre più eleganti. In bocca stupisce, un equilibrio ed un'acidità bilanciate si abbinano ad una beva strepitosa se si pensa che il bianco in questione è del 2011. Unico difetto riscontrato è che scivola via dalla bocca un po' presto, ma poi il retrogusto piacevole ci mette una pezza strepitosa. A ragione è considerato uno dei migliori bianchi italiani.


VOTO GENERALE COME A SCUOLA: 8,5

PREZZO DI ACQUISTO ENOTECA: 12 € (COSI’ A MEMORIA)


L’abbinamento col piatto che ho cucinato è stato buono, e la cosa più positiva è che la bottiglia è finita senza che io e Monica ce ne accorgessimo quasi (questo è sempre segnale positivissimo). Il rapporto qualità/prezzo ottimo, e parliamo sempre di un bianco del 2011. Probabilmente è stato aperto nel momento giusto, anche se non mi stupirei di poterlo trovare ancora così tra uno o due anni. E si, lo considero davvero meritevole delle lodi che avevo letto in precedenza e della sua fama.

Morale della favola… Come mi diceva il Cacho al mio primo Vinitaly una decina di anni fa: “Per giudicare un vino seriamente bisogna sempre berne una bottiglia a cena in due”

E questo è quello che faccio sempre quando recensisco un vino sia su Vivino sia sul mio Blog. 
Non troverete mai recensioni fatti ad una fiera o ad una degustazione… Sulla partita secca puoi vincerne una, ma sulla serie al meglio delle 4 esce sempre la più forte ed il giudizio migliore.

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